mercoledì 20 agosto 2014

Chiesa e omosessualità II



II – La condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa

 Dall’opera “Chiesa e omosessualità – Le ragioni di un’immutabile condanna” (Centro Culturale Lepanto, Roma, Supp. a “Lepanto” n. 138, gen. Feb. 1995):

Sant’Agostino: “i delitti compiuti dai sodomiti devono essere condannati ovunque e sempre”

Fin dalle origini la Chiesa, facendo eco alla maledizione delle Sacre Scritture, ha condannato la pratica omosessuale per bocca dei santi Padri, scrittori ecclesiastici antichi riconosciuti come testimoni della Tradizione Divina.
Fra i primi a pronunciarsi, fu il sommo sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona e Dottore della Chiesa: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata” (Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).

lunedì 18 agosto 2014

Chiesa e omosessualità

I –  La condanna della Sacra Scrittura

 Dall’opera “Chiesa e omosessualità – Le ragioni di un’immutabile condanna” (Centro Culturale Lepanto, Roma, Supp. a “Lepanto” n. 138, gen. Feb. 1995):

L’”abominio” del peccato contro natura

La Sacra Scrittura condanna ripetutamente, e con la massima severità, il peccato contro natura. Nell’Antico Testamento, ad esempio, il libro del Levitico, che contiene le prescrizioni legali dettate da Dio a Mosé per preservare il popolo eletto dalla corruzione della fede e dei costumi, contiene una severa condanna della pratica omosessuale definita come “abominio”.
“Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole. (…) Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo” (Lev. 18, 22 e 29).
“Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con la donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro” (Lev., 20, 13).
Analoga riprovazione viene espressa dai Profeti di Israele, come testimonia il successivo passo tratto da Isaia: “Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!” (Is., 3, 9).